Mio padre, con finezza agronomica da altri tempi, giudicava i terrazzamenti sulla scorta della bontà dei prodotti coltivati. Bontà intesa proprio nel senso delle qualità organolettiche.
“Sol campo de a scaeta i radici i vien boni che co te i magni i par butiro!” Che tradotto suonerebbe più o meno così: le condizioni pedologiche di quel terrazzamento sono ottimali per la coltivazione dell’orto.
Eh sì la poca terra sassosa delle banche del Canale di Brenta a volte sorprende per la tenace feracità che esibisce. Anche se in tema di terreno coltivabile non può competere con le profondità stratigrafiche e le fini tessiture di pianura, ha altro da dare alle piante che ospita. Quell’esile straterello di suolo è figlio della passione e del sudore di chi con devozione lo creò prima e lo lavorò poi. Tutto è passato tra le ruvide mani di quei creatori di sogni sospesi, che in qualche modo l’hanno reso fecondo.
Si può considerare un valore aggiunto?
Io dico, si deve considerare un valore aggiunto, perché di fatto lo è. Lo è perché ci restituisce una sacralità di cui abbiamo immenso bisogno di questi tempi. La battaglia da vincere, per poter parlare di umana armonia residenziale, è rendere universale un concetto, che dovrebbe essere ovvio, ma ce ne dimentichiamo sempre: il suolo è la pelle del pianeta a lui dobbiamo la vita, continuare a consumarlo, occultarlo e insultarlo non potrà che portarci all’autodistruzione.
Chi come “Adotta un Terrazzamento” ha scelto di difendere il paesaggio terrazzato di fatto non si preoccupa solo di muri a secco o conservazione di tradizioni, ma soprattutto intende, permettetemi la locuzione forte, gridare ai quattro venti che tutti i popoli, tutte le società, tutti gli uomini che hanno creato paesaggi terrazzati possedevano un seme di verità: l’irrinunciabile e “sacro” rispetto per la terra, per il suolo. Quel sentimento va riesumato e contrapposto alla strapotenza tecnica, prima che sia troppo tardi.
Marco (*) lo sa e coltiva piante da seccare, aromatiche generose che si portano appresso gli umori di valle. A suo modo rende onore e sostiene l’antico patto fra uomo e suolo arricchito dalla consapevolezza che ogni azione che porta a rievocarlo può aiutarci ad acquisire una visione del mondo più sostenibile.
(Ivan Negrello)
Le erbe raccolte e conservate in sacchetti pronti all’uso sono disponibili in alcuni punti della valle o presso i nostri banchetti annuali (**), scopri le piante sul blog. Molte sono descritte con i loro principali usi curativi, culinari, cosmetici.
Assenzio | Lavanda | Origano |
Dragoncello | Maggiorana | Rosmarino |
Elicriso | Malva | Salvia |
Erba Luigia | Melissa | Santoreggia |
Issopo | Menta | Timo serpillo |
* Marco è uno dei nostri soci adottanti che con il suo lavoro arricchisce ilo paesaggio terrazzato.
** Durante l’anno Adotta un Terrazzamento è presente a Di Rara Pianta a Bassano del Grappa (marzo/aprile di ogni anno) e al Palio delle Zattere a Valstagna / Valbrenta (fine luglio).